«No, non è questo. È solo che...», Bella fece un respiro profondo. «Ha un buon odore», ammise con voce fioca.
Deglutii, cercando di nascondere il ribrezzo.
«Ottimo, allora», disse Rosalie a Bella, con fervore. «Vuol dire che siamo sulla strada giusta. Forza, assaggia». Considerata la nuova espressione della bionda, mi stupii che non si lanciasse in una danza di festeggiamento.
Bella si portò la cannuccia alle labbra, strizzò gli occhi e arricciò il naso. Le tremò la mano e io sentii che il sangue si agitava nel bicchiere. Lo sorseggiò e mugolò, con gli occhi ancora chiusi.
Edward e io ci avvicinammo a lei contemporaneamente. Lui le sfiorò il volto. Io serrai i pugni dietro la schiena.
«Bella, amore...».
«Va tutto bene», sussurrò. Aprì gli occhi e li puntò su di lui. La sua espressione sembrava chiedere scusa. Era implorante. Terrorizzata. «Ha anche un buon sapore».
L’acidità mi riempì lo stomaco, era sul punto di travolgermi. Serrai forte i denti.
«Bene, benissimo», trillò la bionda. «Ottimo segno».
Edward le premette la mano sulla guancia e avvolse le dita alla sagoma delle sue ossa fragili.
Bella sospirò e accostò di nuovo le labbra alla cannuccia. Quella sì che era una vera sorsata. Bevve quasi con vigore, come se chissà quale istinto avesse avuto il sopravvento.
«Come va lo stomaco? Hai la nausea?», chiese Carlisle.
Bella scosse il capo. «No, affatto», sussurrò. «C’è sempre una prima volta, eh?».
Rosalie era raggiante. «Magnifico».
«Credo sia ancora presto per dirlo, Rosalie», mormorò Carlisle.
Bella trangugiò un’altra sorsata. Poi lanciò un’occhiata a Edward. «Questo intacca il mio punteggio?», sussurrò. «Oppure iniziamo a contare
«Non c’è nessun punteggio, Bella. E comunque nessuno è morto per questo». Fece un sorriso inerte. «La tua fedina penale è ancora immacolata».
Mi ero perso.
«Te lo spiego dopo», disse Edward così piano che le parole sembravano appena un soffio.
«Cosa?», sussurrò Bella.
«Parlavo fra me», mentì mellifluo.
Se Bella fosse riuscita a sopravvivere e a guadagnarsi dei sensi acuti come quelli dei vampiri, Edward non se la sarebbe cavata così a buon mercato. Avrebbe dovuto lavorare un po’ sulla faccenda dell’onestà.
Lui contrasse le labbra per trattenere un sorriso.
Bella ingurgitò altre sorsate, guardando verso la finestra. Forse fingeva che non ci fossimo. O forse fingeva soltanto che non ci fossi io. Nessun altro, del resto, poteva provare orrore per ciò che stava facendo. Il contrario, semmai. Forse era un bello sforzo trattenersi dallo strapparle il bicchiere di mano.
Edward alzò gli occhi al cielo.
Oddio, come si poteva tollerare di vivergli accanto? Era un vero peccato che non potesse ascoltare anche i pensieri di Bella. In quel caso, lui ne avrebbe avuto presto le scatole piene e lei se ne sarebbe stufata.
Edward ridacchiò. Bella gli lanciò subito un’occhiata e abbozzò un sorriso quando scorse una traccia di ilarità sul suo volto. Forse da un bel pezzo non ne scorgeva alcuna.
«Qualcosa di divertente?», soffiò.
«Jacob», rispose.
Mi rivolse un altro sorriso sfinito. «Jacob è una sagoma», concordò.
Fantastico, ero diventato il buffone di corte. «Pa-parapà», brontolai, facendo la debole imitazione di una fanfara.
Sorrise di nuovo e mandò giù un’altra sorsata. Quando vidi che la cannuccia tirava solo aria e sentii forte il rumore di un risucchio, trasalii.
«Fatto», disse compiaciuta. La sua voce era più chiara: ancora roca, certo, ma per la prima volta non era un sussurro. «Se lo trattengo, Carlisle, mi togli tutti gli aghi?».
«Al più presto», promise. «Del resto, là dove sono non servono a molto».
Rosalie accarezzò la fronte di Bella e le due si scambiarono un’occhiata speranzosa.
Tutti notarono che il bicchiere di sangue umano aveva provocato un cambiamento repentino. Bella aveva ripreso colore: sulle guance ceree era spuntata una sfumatura rosa. Sembrava già non avere più bisogno del sostegno di Rosalie. Respirava meglio e avrei giurato che il battito del suo cuore fosse più forte, più regolare.
Tutto accelerò.
Il barlume di speranza negli occhi di Edward si trasformò in qualcosa di reale.
«Ne vuoi ancora?», la sollecitò Rosalie.
Le spalle di Bella si afflosciarono.
Edward fulminò Rosalie con lo sguardo, prima di rivolgersi a Bella. «Non devi berne subito dell’altro».
«Sì, lo so. Ma ne ho
La frecciatina, ovviamente, era diretta a me. Ma non l’avrei data vinta alla bionda tanto facilmente. Ero contento che Bella si sentisse meglio. Che importava che i modi mi nauseassero? E poi, non avevo detto nulla.
Carlisle prese il bicchiere dalle mani di Bella. «Torno subito».
Bella mi fissò, mentre lui spariva.
«Jake, hai un pessimo aspetto», gracidò.
«Senti chi parla».