Читаем Итальянские сказки / Fiabe Italiane полностью

Un Re aveva perduto un anello prezioso. Cerca qua, cerca l`a, non si trova. Mise fuori un bando[80]

che se un astrologo gli sa dire dov’`e, lo fa ricco per tutta la vita. C’era un contadino senza un soldo, che non sapeva n'e leggere n'e scrivere, e si chiamava G`ambara. “Sar`a tanto difficile far l’astrologo? – si disse. – Mi ci voglio provare”. E and`o dal Re. Il Re lo prese in parola[81]
, e lo chiuse a studiare in una stanza. Nella stanza c’era solo un letto e un tavolo con un gran libraccio d’astrologia, e penna, carta e calamaio. G`ambara si sedette al tavolo e cominci`o a scartabellare il libro senza capirci niente e a farci dei segni con la penna. Siccome non sapeva scrivere, venivano fuori dei segni ben strani[82]
, e i servi che entravano due volte al giorno a portargli da mangiare, si fecero l’idea che fosse un astrologo molto sapiente. Questi servi erano stati loro a rubare l’anello, e con la coscienza sporca che avevano, quelle occhiatacce che loro rivolgeva G`ambara ogni volta che entravano, per darsi aria[83]
d’uomo d’autorit`a, parevano loro occhiate di sospetto. Cominciarono ad aver paura d’essere scoperti, e non la finivano pi`u con le riverenze, le attenzioni: “S`i signor astrologo! Comandi, signor astrologo!” G`ambara, che astrologo non era, ma contadino, e perci`o malizioso, subito aveva pensato che i servi dovessero saperne qualcosa dell’anello. E pens`o di farli cascare in un inganno. Un giorno, all’ora in cui gli portavano il pranzo, si nascose sotto il letto. Entr`o il primo dei servi e non vide nessuno. Di sotto il letto, G`ambara disse forte: – E uno! – il servo lasci`o il piatto e si ritir`o spaventato. Entr`o il secondo servo, e sent`i quella voce che pareva venisse di sottoterra: – E due! – e scapp`o via anche lui. Entr`o il terzo: – E tre! I servi si consultarono: – Ormai siamo scoperti, se l’astrologo ci accusa al Re, siamo spacciati. Cos`i decisero d’andare dall’astrologo e confessargli il furto. Noi siamo povera gente, – gli fecero, – e se dite al Re quel che avete scoperto, siamo perduti. Eccovi questa borsa d’oro: vi preghiamo di non tradirci. G`ambara prese la borsa e disse: – lo non vi tradir`o, per`o voi fate quel che vi dico. Prendete l’anello e fatelo inghiottire a quel tacchino che c’`e laggi`u in cortile. Poi lasciate fare a me. Il giorno dopo G`ambara si present`o al Re e gli disse che dopo lunghi studi era riuscito a sapere dov’era l’anello. – E dov’`e? – L’ha inghiottito un tacchino. Fu sventrato il tacchino e si trov`o l’anello. Il Re colm`o di ricchezze l’astrologo e diede un pranzo in suo onore, con tutti i Conti, i Marchesi, i Baroni e i Grandi del Regno. Tra le tante pietanze fu portato in tavola un piatto di gamberi. Bisogna sapere che in quel paese non si conoscevano i gamberi, e quella era la prima volta che se ne vedevano, regalo d’un Re d’altro paese. – Tu che sei astrologo, – disse il Re al contadino, – dovresti sapermi dire come si chiamano questi che sono qui nel piatto. Il poveretto di bestie cos`i non ne aveva mai viste n'e sentite nominare. E disse tra s'e, a mezza voce: – Ah, G`ambara, G`ambara. Sei finito male. – Bravo! – disse il Re, che non sapeva il vero nome dei contadino. – Hai indovinato: quello `e il nome: gamberi! Sei il pi`u grande astrologo del mondo.

La madre schiava

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