Leina non si rese conto che Raven la stava guardando. Aveva la mente rivolta lontano, ed era assorta nell’ascolto dell’interminabile chiacchierio che proveniva dallo spazio.
Raven seguì l’esempio della donna.
L’ultimo messaggio lo colpì. Poveri selvaggi! Tutti i mondi osservati potevano essere considerati alla stessa maniera, incluso quello su cui si trovava. Tutti i bambini possono essere considerati selvaggi rispetto al vero adulto. Si alzò. Le stelle brillavano, ma il mondo che lo circondava era buio, molto buio.
Nelle tre settimane che seguirono, Raven rimase attento alle notizie che venivano diffuse dalla radio e dagli spettroschermi. Fu una cosa noiosa, ma continuò ad ascoltare, con l’ostinazione della persona in attesa di qualcosa che forse non accadrà mai.
Non vennero menzionate attività anti-terrestri, né vennero date notizie sugli sviluppi di progetti per la conquista dello spazio sconosciuto. Il burocratico amore per il segreto aveva vinto ancora una volta. Le menti dei disposti avevano stabilito come sempre che le notizie di pubblico interesse non dovessero venire divulgate nell’interesse del pubblico.
Ascoltò con pazienza non solo le notizie, ma anche tutte quelle interminabili chiacchiere che venivano fatte per divertire il pubblico. Considerava ogni frase con attenzione, e esaminava ogni cosa nella vera monotona completezza. Sotto un certo punto di vista, poteva considerarsi una persona anziana costretta a sorbirsi ore e ore di uno spettacolo fatto per divertire un branco di bambini piagnucolosi.
Alla fine della terza settimana, lo spettroschermo tridimensionale a colori iniziò la nuova serie di uno spettacolo in quattro puntate. Uno dei soliti romanzi sceneggiati che venivano trasmessi con regolarità. Il protagonista, un telepatico, aveva spiato nella mente della donna amata, una non mutante, e l’aveva trovata pura, dolce e onesta. Il malvagio era impersonato da un insettivora, dalla fronte bassa, che nutriva una particolare passione per i millepiedi velenosi.
Era uno di quei polpettoni destinati a occupare le menti e a impedire loro di pensare. Tuttavia Raven seguì le quattro puntate con l’avidità di chi va matto per quel genere di spettacoli. Alla fine, il cattivo veniva punito e la virtù trionfava. Nell’ultima scena un simbolico stivale schiacciava un simbolico millepiedi.
Al termine dello spettacolo, Raven sospirò annoiato e andò a trovare Kayder.