Читаем Voci di Terra lontana полностью

«Accettato il principio della non interferenza biologica, ne derivavano alcune conseguenze pratiche. Da lungo tempo si era stabilito di non colonizzare pianeti su cui esistessero forme di vita intelligente; la specie umana aveva a questo proposito una ricca e deprimente esperienza già sul suo mondo natale. Per fortuna, o per sfortuna, non ci siamo trovati mai in questa situazione.

«Ma discendevano da questo principio anche altri corollari. Supponiamo ad esempio di trovare un pianeta su cui la vita animale sia appena agli inizi. Bisogna non interferire e lasciare che l’evoluzione segua il suo corso sperando che di qui a qualche miliardo di anni sorga l’intelligenza?

«E, ancora, se vi trovassimo solo forme di vita vegetale? O microbica?

«Forse vi sorprenderà che in un momento in cui l’esistenza stessa dell’umanità era in gioco, gli uomini dibattessero simili questioni morali e filosofiche. Ma la Morte ci costringe a pensare a ciò che veramente conta:

perché esistiamo, e come dobbiamo agire.

«Il concetto di «Metalegge», e sono sicura che il termine non vi è nuovo, acquistò grande popolarità. Era possibile elaborare dei codici legali e morali applicabili a tutti gli esseri intelligenti, e non solo a quei mammiferi bipedi legati all’ossigeno che per breve tempo hanno dominato il pianeta Terra?

«A questo proposito va detto che il dottor Kaldor partecipò in misura notevole a questo dibattito. Egli si oppose a coloro che sostenevano che, giacché l’Homo sapiens

era l’unica specie intelligente conosciuta, la sua sopravvivenza aveva la priorità su ogni altra considerazione. Il loro slogan era: «Se devo scegliere tra l’Uomo e una cosa che striscia, io scelgo l’Uomo!».

«Per fortuna non vi fu mai, a quanto sappiamo, un confronto diretto.

Passeranno forse secoli prima che tutte le navi inseminatrici che abbiamo mandato nello spazio diano notizia di sé. E se qualcuna non chiamerà, allora forse questo vorrà dire che hanno vinto le cose che strisciano…

«Nel 3505 il Parlamento Mondiale, riunito nella sua ultima sessione, tracciò certe linee di condotta — le famose Direttive di Ginevra — da adottarsi per la colonizzazione di altri pianeti. Secondo molti si trattava di un approccio troppo idealistico, e di cui non si poteva nemmeno garantire l’applicazione. Le Direttive di Ginevra erano però la manifestazione di un orientamento di fondo, un ultimo gesto di buona volontà nei confronti di un universo che forse non sarebbe mai stato in grado di apprezzarlo.

«Solo una di queste direttive ci interessa in questo momento: la più nota e anche la più controversa, giacché ci precludeva alcuni dei pianeti più promettenti.

«Secondo questa direttiva, la presenza in un’atmosfera planetaria di una minima percentuale d’ossigeno va considerata la prova dell’esistenza della vita. L’ossigeno è un elemento troppo attivo perché possa esistere per lungo tempo allo stato libero: è necessario che venga continuamente fornito dai vegetali, o dai loro equivalenti alieni. Certo, la presenza di ossigeno non comporta necessariamente l’esistenza di forme di vita animale; però ne costituisce una condizione necessaria. E sebbene la vita animale solo di rado culmini nell’evoluzione dell’intelligenza, solo attraverso di essa si può giungere all’intelligenza. Altre strade non sono concepibili nemmeno teoricamente.

«Ecco quindi dunque che in virtù della Metalegge tutti i pianeti forniti di ossigeno ci erano preclusi. Per la verità, non credo che si sarebbe giunti a una decisione tanto drastica se il motore quantico non ci avesse dato delle possibilità virtualmente illimitate.

«Ecco qual è il nostro programma una volta giunti su Sagan Due. Come risulta dalla mappa, più del cinquanta per cento della superficie è coperto da uno strato di ghiaccio spesso mediamente tre chilometri. Lì è tutto l’ossigeno che ci serve!

«Intendiamo mettere la Magellano in un’orbita stabile attorno al pianeta.

La nave impiegherà il motore quantico, naturalmente non a pieno regime, rivolgendone il getto verso il pianeta. Il calore fonderà il ghiaccio e contemporaneamente scinderà l’acqua in idrogeno e ossigeno. L’idrogeno si disperderà in breve tempo nello spazio; se necessario noi possiamo affrettare il processo impiegando dei laser con una frequenza ad hoc.

«Nel giro di soli vent’anni Sagan Due avrà un’atmosfera contenente il dieci per cento circa di ossigeno, sebbene essa non sarà ancora respirabile per via degli ossidi di azoto e di altre sostanze velenose. Noi intendiamo a questo punto introdurre dei batteri appositamente selezionati, e anche delle piante, che accelerino il processo. Il pianeta sarà però ancora troppo freddo; anche tenendo conto del calore fornito dal motore quantico, la temperatura sarà sotto zero ovunque tranne che all’equatore, e anche lì solo nelle ore più calde della giornata.

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