Читаем Итальянский с любовью. Осада Флоренции / L'assedio di Firenze полностью

Nella tenda di Filiberto principe di Orange giocavano chi a dadi, chi a scacchi, giochi, se la tradizione ci racconta il vero, trovati da Palamede all’assedio di Troia; e più a carte come le inventò il Grignoart, per trastullo all’imbecilità di Carlo VI re di Francia, o modificate a tarocchi, scoperta non invidiabile degl’ingegni fiorentini, i quali vollero significare nei re, nel diavolo, nel papa e nelle rimanenti figure scherno o ira contro le fazioni prevalse nel governo della Repubblica: carte e figure le quali adesso non rappresentano più nulla, tranne un consumo di tempo che, attesa l’erpete morale della presente società, non può riputarsi male impiegato per la ragione che diversamente si correrebbe rischio d’impiegarlo anche peggio.

Giocavano: e quivi, come nei tempi andati e successivi, avresti potuto contemplare il riso ostentato di chi perdeva la sua ultima moneta, – riso che muove a compassione e spavento; la tristezza finta di chi vince, tristezza ch’eccita rabbia; poi le mani trepidanti di tutti; del perditore per passione di sapersi spogliato, del vincitore per cupidigia di rapire l’ultimo soldo; e gli occhi riarsi di cupa fiamma nel disperato, scintillanti di vivido splendore nel favorito dalla fortuna, e gli ammicchi, e le parole brevi susurrate dentro gli orecchi, e il furtivo stringersi delle mani.

“Io non ricusai i vostri conforti, ora abbiatevi i miei, e sappiate, principe, che io conosco una via per la quale non solo non perderete, ma accrescerete la reputazione da voi acquistata meritamente e mantenuta fin qui”.

“Davvero, Bandino? Oh! io ti saluterò angelo mio custode, – non tanto per me, vedi, quanto per la nobile madre mia; ella morirebbe di dolore, se sospettasse un simile fatto…, ella scenderebbe nel sepolcro contristata. Copritemi il volto del lenzuolo funerario, ond’io non veda il disdoro della mia famiglia, ella direbbe. Or dunque parla, Bandino, ridammi la vita e più che la vita…”

“Bisogna dar l’assalto a Firenze”.

“E quando?”

“Tra due ore”.

“Tra due ore, Bandino?”

“Nulla manca. I Sanesi provvidero quattrocento scale per salire, i ferri e gli uomini per trucidarsi sono pronti”.

“E a che mena l’assalto?”

“O voi espugnate la città, e allora avrete danaro più che non basta a soddisfare le paghe…”

“E se, come temo, non l’occupo?”

“Vi moriranno tutti o parte i creditori; e in ogni caso saranno tanto importuni di meno”.

“Giovanni Bandino, voi mi oltraggiate”.

“Dio me ne guardi! – le azioni meglio magnifiche che il mondo ammira trassero spesso principio da più ignobili cause: ormai ho passato il mezzo della vita, né già mi sono giocato gli anni, come voi i fiorini di papa Clemente; conobbi i grandi dell’età nostra; piuttosto che eroi davvero, mi parvero giocolieri di fama – e così penso che fosse la maggior parte degli antichi…”

“Ma la notte è troppo scura, e Dio manda giù acqua a bigonce… in qual modo si distingueranno le insegne? Come si ripareranno dal fango? I capitani biasimeranno questo mio ordine come pessimo accorgimento di guerra…”

“I capitani prima di tutto obbediranno, – e qui sta il meglio; – poi risponderemo loro essere capitani di vecchio stile: quanto più disagiato il tempo, tanto più verosimile si trovi sprovveduto il nemico; il certame a luogo e a giorno fissi occorrere nella tavola rotonda soltanto, e dal re Arturo in poi aver progredito l’arte militare: ancora, se, giusta il costume di Firenze, hanno le milizie nemiche festeggiato il presente giorno, come vigilia di San Martino, a quest’ora dormono sepolti nel vino: la pioggia stessa e la oscurità vi danno favore; a cagione della prima, la polvere bagnata non concederà si sparino le artiglierie; a cagione di questa, quando pure le potessero sparare, non saprebbero in che punto colpire… Sapienza militare; accorgimento astuto, amore di gloria – e sopratutto necessità di rifare i denari consigliano ad assalire Firenze tra due ore.

“Siete pure i cervelli sottili voi altri Fiorentini! Fra due ore l’assalto: è detto!”

…All’improvviso rimbomba un colpo d’artiglieria. Il cittadino di Firenze balza a sedere sul letto e tende l’orecchio, timoroso di non essersi ingannato. Un altro colpo, – Ch’ì questo? Qual nuovo caso ci minaccia adesso? Comincia la campana dei Signori, rispondono le campane di santa Reparata, tutti i campanili della città suonano a stormo; le artiglierie spesseggiano i tiri.

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Итальянский с улыбкой. Мандрагора / La Mandragola
Итальянский с улыбкой. Мандрагора / La Mandragola

Книга содержит упрощенный и сокращенный текст комедии пера Никколо Макиавелли «Мандрагора», из которого читателю предстоит узнать о коварном плане обольщения прекрасной Лукреции в исполнении Каллимако и хитреца Лигурио, а также о загадочной настойке из мандрагоры, которая по преданиям творит настоящие чудеса.Текст комедии сопровождается лексическими и грамматическими комментариями и упражнениями на понимание прочитанного. Устаревшие и трудные для понимания выражения заменены на современные и употребительные разговорные слова и фразы. В конце книги расположен словарь, облегчающий чтение.Книга может быть рекомендована всем, кто продолжает изучать итальянский язык (Уровень 3 – для продолжающих средней ступени).

А. В. Куняева , Никколо Макиавелли

Драматургия / Драма / Зарубежная классическая проза / Языкознание / Образование и наука

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