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I membri del Consiglio considerarono quelle parole come un pensiero profondo. Ci fu un mormorio di consenso, e molti agitarono la testa in segno di approvazione. Due membri si arrischiarono perfino a guardarlo negli occhi, anche se il più brevemente possibile.

— La cosa peggiore — riprese Heraty — è che ci hanno abilmente rivoltato contro la situazione che noi stessi avevamo creato e, almeno ufficialmente, non abbiamo via d’uscita. Cosa possiamo fare? — Senza attendere suggerimenti dalle persone che aveva attorno, rispose alla sua stessa domanda. — Dobbiamo intraprendere una azione che non sia ufficiale.

— E io dovrei essere il capro espiatorio? — chiese Raven.

— Voi sarete il capro espiatorio — confermò Heraty.

Per un attimo tornò il silenzio. Raven aspettò cortesemente che quelli del Consiglio si concentrassero sui loro pensieri. Avevano ottimi motivi per ponderare. Nel passato, in un passato molto lontano, c’erano state delle guerre. Alcune lente e tortuose, altre rapide e catastrofiche. Ma erano state guerre della Terra.

Un conflitto tra i mondi era qualcosa di nuovo, qualcosa di molto diverso. Creava problemi ai quali le antiche lezioni non potevano essere applicate. Inoltre, una guerra di nuovo stile, condotta con nuove armi e che si doveva servire di tecniche mai usate prima di allora, poneva problemi nuovi non certo risolvibili sulla base delle passate esperienze.

Dopo qualche istante Heraty riprese a parlare. — Venere e Marte sono stati da molto tempo occupati dall’Homo sapiens

, dalla nostra stessa razza, sangue del nostro sangue — disse con tristezza. — I loro abitanti sono nostri figli, ma da qualche tempo non si considerano più tali. Pensano di essere cresciuti abbastanza e di poter andare dove vogliono, di fare quello che vogliono, e di tornare a casa all’ora che vogliono. Negli ultimi due secoli, si sono agitati per avere un governo proprio. Domandavano la chiave di casa quando erano ancora bagnati dall’acqua del battesimo. Noi abbiamo costantemente rifiutato questo loro desiderio. Abbiamo detto di aspettare, di essere pazienti — Sospirò profondamente. — E guardate dove siamo finiti.

— Dove? — chiese Raven, sorridendo.

— In un bivio. Un bivio le cui strade sono entrambe difficili da percorrere. Senza un governo autonomo i Marziani e i Venusiani rimangono Terrestri, ufficialmente e legalmente, dividono questo mondo con noi e godono di tutti i nostri diritti, come se ne fossero veri cittadini.

— E allora?

— Significa che possono venire sulla Terra tutte le volte che vogliono e fermarsi per tutto il tempo che credono, senza limitazione di numero. — Protendendosi in avanti, Heraty batté un pugno sul tavolo per mettere in risalto la sua collera. — Possono varcare la porta sempre aperta anche quelli decisi a incendiare, sabotare, o compiere qualsiasi altra azione dolosa. Non possiamo escluderli. E non possiamo rifiutare loro l’ingresso se non trasformandoli proprio in quello che loro vogliono diventare, cioè degli stranieri. Noi non vogliamo fare di loro degli stranieri.

— Peccato — disse Raven. — Immagino che abbiate le vostre buone ragioni.

— Certamente. Ne abbiamo a dozzine. Non è per cattiveria che vogliamo mettere un freno al progresso di qualcuno. Ci sono tempi in cui è meglio sacrificare quello che è desiderabile per poter avere quello che è disperatamente necessario.

— Se foste più aperto sarebbe tutto molto più chiaro — disse Raven.

Heraty esitò per qualche secondo, poi riprese a parlare. — Una delle principali ragioni è conosciuta soltanto da poche persone. Ma ve la voglio dire. Siamo pronti a raggiungere i pianeti esterni. È un vero salto, un grande salto. Per portare a termine questa colossale impresa e per poterci stabilire in forze sui pianeti esterni, abbiamo bisogno delle risorse di tre mondi, non divisi da punti di vista divergenti.

— Lo credo bene — disse Raven, pensando alla posizione strategica di Marte e ai ricchissimi giacimenti di carburante che si trovavano su Venere.

— E non è tutto. — Heraty abbassò la voce per dare maggior valore alle sue parole. — Entro breve tempo ci sarà un secondo salto. Ci porterà ad Alpha Centauri, e forse anche più lontano. Ci sono prove non ancora divulgate ma sicure, secondo le quali forse verremo a trovarci in contatto con un’altra forma di vita di grande intelligenza. Se questo dovesse accadere, noi lo dovremo affrontare uniti. Non ci sarà posto per Marziani, Venusiani, Terrestri o Gioviani, o altre tribù planetarie. Dovremo essere tutti Solariani, per sopravvivere o soccombere uniti. Così deve essere, e così sarà, piaccia o non piaccia ai nazionalisti.

— Dunque, vi trovate di fronte a un nuovo dilemma — disse Raven.

— La pace potrebbe essere assicurata rendendo pubblici i fatti che stanno dietro la vostra politica, ma nello stesso tempo si verrebbe a creare un allarme generale che determinerebbe una considerevole opposizione alla spinta espansionistica.

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