— Potete ben dirlo — fece Carson. — Nonostante il minor numero della popolazione, Marte ha più o meno lo stesso numero e la stessa varietà di mutanti che si trovano su Venere. La ragione è che per raggiungere il pianeta occorrono undici mesi di viaggio. Il colonizzatore di Marte deve sopportare le radiazioni per un tempo quasi doppio di quello dei colonizzatori di Venere… e deve sopportarle anche in seguito, perché Marte ha un’atmosfera molto meno filtrante. I geni umani hanno una forte tolleranza alle particelle dure, quali possono essere quelle dei raggi cosmici. Possono essere colpiti, colpiti ancora, e ancora… ma ci sono dei limiti. — Rimase in silenzio e si concentrò battendo la punta delle dita sulla scrivania. — A questo punto, dato che il mutante ha un valore militare, il potenziale bellico di Marte risulta identico a quello di Venere. In teoria… sbagliata, come dobbiamo dimostrare loro… Marte e Venere uniti possono mettere in campo quel tanto che basta per sistemarci a dovere. Ed è proprio quello che stanno tentando di fare. Fino a questo momento hanno potuto fare quello che hanno voluto. Ora però hanno raggiunto un limite in cui cessano di essere divertenti.
— Mi sembra che stiano facendo lo stesso sbaglio commesso dai primi pionieri — disse Raven, pensoso. — Nel loro eccesso di entusiasmo stanno sottovalutando le cose ovvie.
— Volete dire che questo pianeta equipaggia la flotta spaziale e che, di conseguenza, può trovare qualche mutante suo?
— Proprio così.
— Impareranno a loro spese quello che noi abbiamo imparato a nostre spese. E sarete voi a insegnarglielo… lo spero.
— La speranza è sempre l’ultima a morire. Mi potete suggerire qualche tipo di insegnamento?
— Questo è compito vostro — disse Carson, scaricandosi abilmente di ogni responsabilità. Poi frugò tra le carte che aveva sulla scrivania e prese alcuni fogli. — Vi voglio parlare di un caso che illustra la contesa in cui ci troviamo e i metodi usati. È stato questo particolare incidente che ci ha fatto comprendere di essere in guerra. Avevamo già dei sospetti, per via di una lunga serie di incidenti in apparenza non legati tra di essi, e avevamo collocato diverse telecamere nascoste. Quasi tutte sono state messe fuori uso. Alcune, per misteriose ragioni, non hanno funzionato. Ma una ha ripreso.
— Ah! — Raven si protese in avanti, e i suoi occhi si fecero attenti.
— I fotogrammi mostrano tre uomini che sono riusciti a distruggere gli importantissimi dati di un’astronave, dati che non possono essere rimpiazzati in meno di un anno. Il primo dei tre, un Mutante di Tipo Uno, un vero telepate, ha fatto la guardia mentale contro quelli che li potevano sorprendere. Il secondo, un Tipo Due, un galleggiante…
— Volete dire un levitante? — lo interruppe Raven.
— Sì, un levitante. Con l’aiuto di una scala a corda gli ha fatto scavalcare due muri alti più di sei metri; poi ha agganciato la scala a una finestra. Il terzo, un Mutante di Tipo Sette, un ipnotico, si è occupato delle tre guardie intervenute a intervalli. Le ha irrigidite nell’immobilità, ha cancellato dalle loro menti l’incidente, e ha dato loro falsi ricordi a copertura dei minuti in cui sono rimaste senza memoria. Le guardie non sapevano degli obiettivi nascosti, così non l’hanno potuto rivelare al telepate. Se non fosse stato per quella telecamera non avremmo mai saputo niente, tranne che in qualche misteriosa maniera i preziosi dati si erano trasformati in fumo.
— Però! — fece Raven, e sembrava più divertito che stupefatto.
— Ci sono stati diversi incendi di importanza strategica, e siamo inclini a incolpare i pirotici… anche se non abbiamo le prove. — Carson scosse la testa. — Che guerra! Fanno i piani mentre compiono l’azione stessa. Le loro stravaganze fanno a pugni con la logica militare, e se al giorno d’oggi ci fossero ancora i grandi strateghi ne uscirebbero pazzi.
— I tempi sono cambiati — disse Raven.
— Lo so, lo so. Viviamo in un’epoca moderna. — Diede uno dei fogli a Raven. — È la copia della lista che elenca tutte le mutazioni conosciute di Marte e Venere. Portano il numero secondo il tipo, e una lettera secondo il valore militare, se così lo si può chiamare. — Rimase un attimo soprappensiero, come se avesse qualche dubbio sull’esattezza di quella definizione. —
Raven scorse rapidamente la lista, poi chiese: — Da quello che vi risulta, tutti questi rimangono aderenti al loro tipo? Voglio dire, i levitanti possono levitare soltanto se stessi e ciò che possono trasportare, o sono in grado di sollevare anche oggetti indipendenti? I telecinetici possono far sollevare gli oggetti, o possono levitare anche se stessi? I veri telepati sono ipnotici, e gli ipnotici sono telepatici?
— No. Ciascuno possiede una sola capacità supernormale.
Raven cominciò a studiare attentamente la lista.