Читаем Le sentinelle del cielo полностью

— È forte la tentazione di indicarli come responsabili di incidenti che forse atterriscono loro quanto noi. D’altra parte, se noi avessimo la prova che sono loro i colpevoli e se sapessimo chi ha compiuto i sabotaggi li conceremmo per le feste, e la loro cittadinanza terrestre non li salverebbe. L’omicidio rimane omicidio in qualsiasi parte del cosmo.

— Volete che lasci tutto il resto e che faccia qualche indagine a questo riguardo?

La faccia di Carson si contrasse.

— Assolutamente no. Far finire l’inutile disputa… se è possibile… è molto più importante che dare la caccia a chi provoca i disastri. Vi consiglio di continuare secondo il piano che avete in mente. Però vorrei che non trascuraste la minima opportunità di raccogliere notizie sull’esplosione di questa mattina. Se scoprite qualcosa, informatemi il più in fretta possibile. Irrigidì la mascella e strinse gli occhi. — E io entrerò subito in azione.

— D’accordo. Terrò gli occhi aperti e le orecchie tese. Vi farò sapere tutto quanto mi capiterà di scoprire. — Raven guardò l’altro con curiosità. — In questo stabilimento Baxter, cosa stavano facendo?

— Volete proprio saperlo?

— È forse un segreto?

— Ecco… — Carson ebbe un attimo di incertezza, poi riprese: — Non vedo per quale motivo non dovrei dirlo. Se Heraty disapprova, dovrà rassegnarsi. Non capisco perché i nostri agenti debbano essere informati soltanto a metà. — Guardò attentamente lo schermo, come se cercasse di vedere alle spalle di Raven. — Avete nelle vicinanze qualcuno che può ascoltare i nostri discorsi?

— No.

— Bene. Non rivelate a nessuno quello che sto per dirvi. Entro due mesi la Baxter avrebbe portato a termine dodici prototipi di un nuovo motore azionato da un carburante nuovo e rivoluzionario. Verso la fine dell’anno scorso, una piccola astronave con questo motore, radiocomandata, ha fatto il viaggio di andata e ritorno fino alla Cintura degli Asteroidi. Nessun comunicato ufficiale è stato mai diramato al pubblico.

— Volete dire che siamo pronti a fare il Grande Salto? — chiese Raven sempre impassibile.

— Lo eravamo — rispose Carson, e nel pronunciare il verbo al passato la sua voce si velò di amarezza.

— Quattro astronavi trimotori erano quasi pronte a partire per il sistema di Giove. Quel viaggio sarebbe stato solo un collaudo, una semplice gita, il principio. Se avessero compiuto il viaggio senza difficoltà…

Lasciò la frase in sospeso.

— Avremmo raggiunto i pianeti più lontani? Plutone?

— Anche quella sarebbe stata una gita — ripeté Carson.

— Alpha Centauri?

— Forse anche più in là. È ancora troppo presto per stabilire dei limiti, ma dovrebbero essere molto lontani. — Carson concentrò l’attenzione su Raven. — Sembra che la notizia non vi abbia scosso minimamente.

Raven non diede nessuna spiegazione della sua strana flemma. — Il nuovo carburante è altamente esplosivo?

— Sì. Ecco cosa ci mette con le spalle al muro. Potrebbe sempre trattarsi di un incidente, anche se sono state prese tutte le precauzioni immaginabili.

— Capisco. — Raven rimase qualche attimo in silenzio. — C’è in circolazione un tipo sospetto. Si tratta di un certo Kayder, un Venusiano. Dirige la Morning Star Trading Company. Gli darò la caccia.

— Avete scoperto qualcosa sul suo conto?

— Soltanto che di sicuro si trova sulla Terra anche per altri scopi, oltre a quelli del commercio. Il mio informatore sembra certo che sia lui il Pezzo Grosso dell’altra parte della barricata.

— Kayder — ripeté Carson, prendendo nota su un foglio fuori dall’inquadratura dello schermo. — Farò controllare dai servizi di sicurezza. Anche se si trova legalmente sulla Terra, dovrebbe esserci una scheda su di lui, quale nativo di Venere. — Finì di scrivere e alzò lo sguardo.

— Bene. Servitevi dell’elicottero, se ne avete bisogno. Vi serve altro?

— Un asteroide fertile tutto per me.

— Quando ne avremo occupati un centinaio, ve ne farò riservare uno — promise Carson senza sorridere. — Ma se andiamo avanti di questo passo, riusciremo a occuparli soltanto qualche centinaio di anni dopo la vostra morte. — Mosse una mano per raggiungere un invisibile pulsante, e lo schermo si spense.

Per qualche istante Raven rimase a fissare lo schermo con espressione leggermente divertita. Un centinaio d’anni dopo la sua morte, aveva detto Carson. Era una data completamente priva di senso. Un punto nel tempo che non esisteva. C’erano persone di cui l’angelo delle tenebre non poteva impadronirsi. C’erano persone che nessuna mano umana avrebbe mai potuto distruggere.

— Nessuna mano umana, David — lo interruppe il pensiero di Leina dalla casa. — Ricordalo! Ricordalo sempre!

— È impossibile dimenticarlo — rispose il pensiero di Raven.

— Forse no… Comunque cerca di non dimenticarlo neppure per un istante.

— Perché? Siamo in due, no? Uno ricorda, e l’altro si occupa delle cose da fare.

Lei non rispose. Non c’era una risposta da dare. Divideva con lui quella reciproca funzione, e aveva accettato spontaneamente che fosse così. Questo doveva ricordarlo sempre, ma non doveva parlarne.

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