— Questo restringerebbe i sospetti, non vi pare? I servizi di polizia terrestri esaminerebbero il cadavere e punterebbero il dito contro di voi, dichiarando che si tratta di un omicidio. E l’omicidio prevede una pena.
Kayder diede un’occhiata alla nuvola di insetti. — Ammesso che esista un cadavere da esaminare — disse in tono pieno di sottintesi. — E se non ci fosse?
— Il cadavere non ci sarà. Farò in modo che venga disintegrato. E in un certo senso questo rimetterebbe a posto le cose.
— Farete in modo? Stiamo parlando del vostro cadavere, non del mio.
— Stiamo parlando di qualcosa che non è né vostro né mio.
— Siete completamente partito — disse Kayder, con un senso di gelo alla nuca. — Avete una decina di rotelle in meno. — Si piegò in avanti per premere un pulsante sulla scrivania e non staccò mai lo sguardo dal suo interlocutore, come se temesse di trovarsi alla presenza di un pazzo.
Santil aprì la porta e avanzò di qualche passo. Sembrava intimorito, ed era evidente che avrebbe volentieri fatto a meno di entrare.
— Hai sentito qualcosa? — chiese Kayder.
— No.
— Hai tentato?
— Inutile. Posso sentire soltanto la vostra mente. Può parlare e pensare con la mente immersa nel vuoto assoluto. Può fare qualcosa più di me, qualcosa più di qualsiasi telepate che abbia mai conosciuto.
— Bene. Puoi andare. — Kayder. Aspettò che la porta si fosse richiusa alle spalle di Santil. — Quindi, voi siete una nuova specie di lettore-di-cervelli, un tipo di telepatico corazzato. Uno che può scrutare senza essere scrutato. Questo conferma quanto Grayson mi ha detto.
— Grayson? — chiese Raven, poi scosse le spalle. — Chi è mezzo informato è male informato.
— Questo però vale anche per voi.
— Naturalmente. Ho ancora cose da apprendere. — Raven dondolò una gamba osservandosi il piede con aria annoiata. — Mi piacerebbe sapere chi ha organizzato la distruzione della Baxter — disse inaspettatamente.
— Come?
— La catastrofe è avvenuta questa mattina. È stata davvero grave.
— E che cosa c’entro io, in tutto questo?
— Niente — ammise Raven con disappunto.
Aveva le sue buone ragioni per essere contrariato. In quei pochi secondi, nella mente di Kayder era passata un’onda di pensieri, e lui li aveva letti tutti.
Raven pose fine al corso di quei pensieri.
— Secondo me, voi non avete fiducia in niente e in nessuno, tranne forse in questi vostri insetti. — Girò lo sguardo verso la nuvola che volteggiava ancora nell’aria. Sembrava che non avesse nessuna difficoltà nello scorgere ogni piccola creatura che la formava. Poi osservò le scatole, le piccole cassette, i cofanetti e i vasi, per calcolare la potenza che potevano contenere. — E un giorno anche questi vi tradiranno, perché gli insetti rimangono sempre insetti.
— Quando parlate degli insetti con me, parlate a una autorità in materia — borbottò Kayder guardandolo fisso. — Avete letto tutti i miei pensieri. Non li posso cancellare, come fanno i telepatici. Quindi sapete che non ho niente a che fare con il disastro della Baxter. Non ho avuto assolutamente niente a che farci.
— Ve lo concedo. Nessun ipnotico avrebbe potuto cancellarvi il ricordo dalla mente e lasciarvi tanto confuso e sincero nel sentirne parlare. — Raven si grattò un orecchio. — Un’ora fa avrei scommesso che eravate colpevole. E avrei perso. Ringrazio di non aver giocato dei soldi.
— Dovete avere bisogno di parecchi quattrini, voi. Quanto avete dato a Steen?
— Niente. Neanche un soldo.
— Non pretenderete che vi creda?