Alla fine di luglio era ormai arrivata la decima lezione del corso per corrispondenza, e Jim seppe di essere giunto fin dove poteva farcela da solo. Viveva in uno stupore incantato, mentre si aggirava in quel nuovo, meraviglioso mondo scientifico che gli si era schiuso davanti agli occhi. Sapeva che erano stati compiuti grandi passi nella tecnologia e nella produzione, ma gli pareva incredibile che un scoperta fondamentale come quella della coordinazione d’energia si fosse limitata a produrre, per tanti mesi, macchine di guerra. A produrle soltanto: si chiese come mai il principio non fosse stato applicato più direttamente
La decima lezione era stampata male come tutte le precedenti. Ma era assai più consistente: lo spessore del fascicolo era quello d’un libro. Quando l’ebbe finito, Jim si era ormai reso conto che era indispensabile, per lui, saperne di più sulle origini e i fondamenti della nuova scienza. Doveva parlare con qualcuno che ne sapesse qualcosa. Ma non conosceva nessun altro che ne avesse sentito parlare. E anche lui, non aveva visto in giro nessuna pubblicità della M.H. Quilcon Schools. Tutto ciò che ne sapeva era contenuto in quella prima circolare e nelle dieci lezioni.
Non appena ebbe completato i compiti per casa relativi alla decima lezione, e li ebbe affidati alle cure del signor McAfee, Jim Ward decise di recarsi personalmente a Henderson, nello Iowa, a far visita alla Quilcon Schools.
Desiderò aver trattenuto presso di sé i fogli coi compiti svolti: avrebbe potuto portarli laggiù più in fretta di quanto avrebbero impiegato attraverso i normali canali della posta.
L’accelerato si fermò a Henderson, Iowa, appena quel tanto che gli consentì di scendere. Riparti, poi, subito, e Jim Ward si guardò intorno.
L’uomo dall’aria assonnata che fungeva da bigliettaio, spedizioniere e custode lo fissò meravigliato e sputò un cospicuo fiotto ambrato di tabacco attraverso lo scrittoio, fuori della finestra.
«Cerca qualcuno, signor mio?»
«Sto cercando Henderson, Iowa. È questa?» chiese Jim, dubbioso.
«C’è proprio arrivato, signor mio. Ma non cammini troppo in fretta, altrimenti se ne troverà fuori. I confini di Henderson sono a un solo isolato oltre lo spaccio di Smith».
Jim notò il cartello sopra la porta e diede un’occhiata alla scritta che non aveva visto prima: Henderson, Iowa. Pop. 806.
«Sto cercando un certo signor M.H. Quilcon. Dirige una scuola per corrispondenza, qui da qualche parte. Lo conosce?»
L’intero personale della stazione tornò a frugarsi il cervello e infine sbottò, pensieroso: «Col prossimo ottobre saranno ventinove anni che vivo qui. Mai sentito un nome simile qui intorno… e li conosco tutti».
«C’è qualche scuola per corrispondenza qui da voi?»
«La signorina Marybell Anne Simmons di tanto in tanto dà qualche lezione come estetista, ma è l’unica scuola di quel genere che io conosca».
Stupito, Jim Ward mormorò i suoi ringraziamenti e uscì a lenti passi dalla stazione. Il panorama che gli si parò davanti era sconcertante. Si chiese se la popolazione non fosse drasticamente diminuita da quand’era stato fatto il censimento scritto sul cartello, là dentro.
Un piccolo emporio fatiscente lo fronteggiava sul lato opposto della strada. Un po’ più là era un minuscolo edificio scheletrico che una scritta qualificava come Ufficio dello Sceriffo. Al di qua della strada Jim vide lo spaccio di Smith, a una settantina di metri di distanza, con una sella e un sacco di fertilizzante esposti in vetrina. Nella direzione opposta in un unico blocco occhieggiavano l’ufficio postale, la banca e quello che veniva pubblicizzato come un giornale con relativa tipografia.
Jim s’incamminò verso quest’ultimo edificio mentre, dalla sconquassata veranda dell’emporio, alcuni sfaccendati seguivano incuriositi il suo avanzare strascicato nella polvere.
La direttrice dell’ufficio postale alzò gli occhi dalla bracciata di corrispondenza che stava suddividendo fra le varie cassette quando Jim entrò. Lo salutò con un allegro «allò!» che parve cadere tintinnando dalla sua formosa figura.
«Sto cercando un uomo chiamato Quilcon. Ho pensato che lei potesse darmi qualche informazione su di lui».
«
Prima che lui potesse rispondere la donna lasciò cadere una manciata di lettere sul pavimento. Jim fu certo di aver visto quella che lui aveva spedito alla scuola prima di partire.
Mentre la donna si chinava per raccogliere le lettere, un’ombra bruna parve sfrecciare attraverso il pavimento. Jim ebbe la fugace impressione di un’enorme lumaca marrone che si muoveva con la velocità del fulmine.
La direttrice cacciò un grido di rabbia e batté i piedi sul pavimento. Un attimo dopo si era già ripresa.