Читаем Le sentinelle del cielo полностью

La notizia del suo salto avrebbe irritato quelli che lo stavano aspettando allo spazioporto. Ma l’irritazione non sarebbe durata a lungo. Il messaggio di Kayder, se l’avevano ricevuto, doveva descriverlo, come un fenomeno telepatico al quale personaggi terrestri come Heraty e Carson sembravano attribuire più importanza di quanto meritava. Da questo avrebbero dedotto che tutta la sua importanza doveva essere ricercata in qualcosa che Kayder non aveva notato e che loro dovevano scoprire. Ora sapevano che aveva lasciato l’astronave alla maniera dei levitanti, ma che era precipitato nel vuoto in modo diverso. Senza esitazione avrebbero accettato l’esistenza di un nuovo e insospettato essere di talento para-levitante. Sommando la notizia a quanto già sapevano, sarebbero giunti a classificarlo quale primo esempio della creatura spesse volte immaginata e terribilmente temuta: una creatura dotata di molti talenti, che discendeva dall’unione di mutanti diversi. Mettendosi a sedere su uno spesso pezzo di corteccia verde, Raven sorrise tra sé divertito. Un esempio di “mutante multiplo”nato dall’unione di mutanti diversi. Un essere simile, per quanto i tre pianeti fossero tenuti costantemente sotto controllo, non era mai stato scoperto. E c’erano ottime ragioni genetiche per credere che un mutante del genere non sarebbe mai stato trovato, né che potesse esistere.

Per ragioni sue la Natura aveva stabilito che i figli nati dall’unione di mutanti diversi dovessero ereditare il solo talento dominante, o nessuno. L’attitudine secondaria scompariva sempre. Spesse volte il talento dominante saltava una generazione. In questo caso, la generazione saltata contava esseri assolutamente normali.

Il concetto di supertelepatico superlevitante era decisamente assurdo… ma quelli che lo affermavano si sarebbero rimangiati tutto il giorno in cui fosse apparsa la prova evidente della loro esistenza. Quando avrebbero saputo che la prima mossa della pedina posta sulla scacchiera dai Terrestri era stata quella di abolire una legge naturale, ai capi del movimento clandestino sarebbe venuto un considerevole aumento di pressione sanguigna. Avrebbero voluto catturarlo a ogni costo e con la massima rapidità, prima che potesse sconvolgere anche altre leggi che l’uomo aveva creato per conquistare ricchezza o potere.

Il pensiero fu di grande soddisfazione per Raven. Fino a quel momento non aveva compiuto niente di spettacolare per gli standard di quell’epoca, e aveva fatto benissimo. Non conveniva essere troppo spettacolari. Proprio come la pensava Leina: interferire il meno possibile. Per questo aveva disapprovato certe sue azioni come quella di trasferirsi nel corpo di un altro essere vivente. Era necessario restare sempre nell’ombra e non lasciarsi mai tentare dall’azione.

Lui, comunque, aveva creato un considerevole disagio nelle file del nemico fin troppo fiducioso. Infatti, se gli avversari, digerita l’idea dell’esistenza di un mutante dai molti talenti, avessero pensato alla possibilità dell’arrivo di nuovi esseri forse ancora più potenti, avrebbero avuto ogni ragione di temere. E i loro timori li avrebbe portati sempre più lontano dalla verità, da quella verità che non avrebbero mai dovuto sapere, per evitare che altri la potessero poi leggere nelle loro menti.

Peccato che non si potesse dire loro la verità… Ma ci sono cose che non possono essere raccontate agli immaturi.

Nessuna legge naturale era mai stata o poteva essere abolita. Un fenomeno soprannaturale è qualcosa che obbedisce a delle leggi che ancora non si conoscono o che non sono state identificate. Non esistevano mutanti multipli. C’erano solo falene dagli occhi lucenti che svolazzavano nell’infinità del buio eterno.

Raven lanciò un raggio mentale di chiamata su una banda molto più alta di quella telepatica normale.

— Charles!

— Sì. David?

La risposta giunse immediatamente, mostrando che dall’altra parte stavano aspettando la sua chiamata. Gli impulsi mentali in arrivo urtarono i centri di ascolto con una lieve distorsione.

Raven girò la testa in direzione di chi gli aveva risposto, istintivamente, come si fosse girato verso una persona presente.

— Sono saltato dall’astronave. Forse non era necessario, ma non ho voluto correre rischi.

— Lo so — rispose la mente lontana. — Mavis è stata chiamata da Leina. Come al solito, hanno chiacchierato per un’ora di faccende personali, poi, finalmente, Leina si è ricordata di aver chiamato per dirci che eri sul Fantôme.

— Le donne rimarranno donne per tutta l’eternità — disse Raven.

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