Читаем Le sentinelle del cielo полностью

Come casualmente, Raven toccò la mano di Leina, era un gesto fatto di comune accordo. C’erano gli obiettivi da ingannare, e bisognava agire con molta prudenza. E poi c’erano il nastro di registrazione, il piccolo pulsante, e il proiettore mortale.

— Ci sono sempre stati mutanti sconosciuti — disse Raven, in tono che voleva essere persuasivo. — È un fatto che rende tutti i vecchi dati insufficienti e inesatti. Per esempio, il mio nonno materno, essendo un mascalzone, avesse cercato per tutta la vita di tenere nascosti i suoi poteri ipnotici per servirsene per scopi illegali, ne conseguirebbe che…

S’interruppe per osservare Lomax che aveva fatto una nuova smorfia di dolore e si era piegato in avanti. Prima che l’uomo alla scrivania potesse riprendersi. Leina lanciò un grido di sorpresa.

— Oh, David. Guarda! — Poi con tono atterrito: — Che cosa vi sta succedendo, Lomax?

Nello stesso momento le due menti si scatenarono con forza per vincere lo scudo mentale dell’altro. Lomax non ebbe il tempo di chiedere di che cosa stessero parlando né di affermare che non gli era successo niente di preoccupante. Sentì l’esclamazione di Leina e una fitta dolorosa al cervello. Cadde con la testa sulla scrivania. Nello stesso istante, il circuito di reazione scattò. Automaticamente il piede raggiunse il pulsante.

Per una frazione di secondo la mente di Lomax urlò disperatamente:

“L’ho fatto! Mio Dio, l’ho…”

Poi il grido s’interruppe.


Seguì un periodo di caos e di assoluto stupore. Lomax non poteva stabilire se fosse breve o lungo, se fosse stata una questione di secondi o di secoli. E non riuscì a stabilire se ci fosse la luce o l’oscurità, il freddo o il caldo, se fosse in piedi o sdraiato, se si stesse muovendo o fosse immobile.

Cos’era successo quando aveva premuto il pulsante? Avevano sperimentato su di lui e sulle due cavie qualche diavoleria spaventosa? Era stato scagliato nel passato, nel futuro, in qualche altra dimensione? O, peggio ancora, infinitamente peggio, avevano aggiunto una mente mutilata a un corpo mutilato?

Poi si rese conto che non sentiva più i dolori che gli avevano tormentato la vita negli ultimi due anni. Fu una lieta sorpresa, che gli fece cessare il pazzo turbinio della mente. E a poco a poco cominciò a coordinare le idee, incerto, come un bambino.

Gli sembrò di volteggiare in mezzo a una miriade di bolle lucenti, colorate, piccole e grandi. Gli parve di essere una piccola barca senza timone, trascinata dalla corrente di un grande fiume iridescente di bolle.

Il dolore era scomparso, e c’era soltanto questo ondeggiare sonnolento in mezzo a una corrente di mille colori, in una pace infinita. Lomax aveva sonno, ed era felice di questa sonnolenza. Avrebbe voluto che durasse per sempre.

Poi la sua mente si scosse, si fece attiva e venne sollecitata all’attenzione.

Gli parve che dalle bolle sorgessero mille voci che non erano vere voci ma che potevano essere comprese come se fossero normali.

Qualcuna parlava da molto lontano con brevi frasi staccate. Altre giungevano da più vicino. Curioso. Avevano tutte una udibilità unicamente mentale, ma lui poteva anche stabilire con precisione, per un motivo che non riusciva ancora a comprendere, la direzione da cui provenivano, e da quale distanza.

“Restate con lui.”

“Può darsi che non abbia motivo di vendicarsi, ma restate con lui. Non vogliamo più impulsi pericolosi come quelli di Steen.”

“Ha detto di essere pronto. Perciò dovrebbe adattarsi presto.”

“Non è mai facile, anche se si è pronti.”

“Deve imparare che nessun uomo deve essere un nemico.”

A poco a poco, cominciò a comprendere qualcosa, pur continuando a chiedersi se si trattava di un delirio dovuto a una mutilazione mentale. In modo confuso si rese conto che le entità conosciute come Raven e Leina erano ancora presenti. Lo stavano tenendo, benché senza toccarlo, e volteggiavano insieme a lui in mezzo alla nebbia di bolle.

Non erano gli stessi, eppure sentiva che erano loro, senza ombra di dubbio. Era come se li vedesse guardandoli internamente.

D’un tratto, il senso di percezione divenne chiaro. La miriade di bolle si allontanò prendendo posizione a una enorme distanza. Divennero soli e pianeti luccicanti in mezzo allo spazio di eterna oscurità.

La nuova visione non era stereoscopica e mancava di prospettiva, tuttavia Lomax poteva calcolare con estrema precisione le distanze relative. Sapeva quali bolle fossero più vicine, e quali più lontane. E a quale distanza si trovassero.

“Charles! Charles!”, sentì chiamare Lomax mentre si trovava ancora in compagnia delle due creature.

La risposta giunse da lontano.

“Eccomi, David!”

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