Non erano stati usati quei nomi, ma pensò a quelli perché non aveva potuto afferrare i nomi nuovi. Tuttavia sapeva a chi si riferivano. Questo fenomeno non gli suscitò curiosità, né lo fece pensare, perché si era concentrato nella contemplazione delle bolle che riempivano il cosmo.
Le superfici di certe sfere erano perfettamente
Soltanto una forma aveva raggiunto un livello superiore. Si trattava di esseri con un corpo allungato e sinuoso, ricoperto di pelle grigia. Avevano un cervello molto sviluppato, e organi di percezione extrasensoriale. Avevano poteri telepatici, ma su una banda limitata alla loro specie. Potevano pensare come singoli individui, oppure combinarsi mentalmente e pensare come massa.
Questi esseri giravano per lo spazio in lunghi scafi neri, esploravano gli altri mondi, pattugliavano gli abissi, stendevano carte delle costellazioni, riferivano alle loro basi, e continuavano le ricerche, senza mai fermarsi.
I Deneb!
Si credevano i signori del creato.
Assimilando dati inviatigli da chissà dove, Lomax comprese parecchie cose che riguardavano i Deneb. Erano in cima alla scala delle forme di vita e avevano grande tolleranza per gli esseri che consideravano inferiori. Ma non potevano ammettere di dividere il cosmo con una forma di vita identica alla loro… o superiore.
Eppure esisteva!
Così, da innumerevoli secoli i Deneb esploravano i mondi alla ricerca di quella forma di vita che poteva competere con loro. Avrebbero distrutto immediatamente i rivali, se fossero riusciti a individuarli. I loro scafi neri esploravano, ed erano giunti nelle vicinanze delle colonie che certi bruchi bianchi, bipedi avevano fondato su vari pianeti distanziati.
Lomax provò un particolare interesse per queste piccole creature. Poveri piccoli bruchi operosi, che cercavano o speravano di costruire astronavi che non sarebbero mai riuscite ad attraversare che una minuscola parte del creato. Bruchi malinconici, pensierosi, estatici, ambiziosi, e anche dittatori.
Con tutta probabilità, c’erano tra loro individui leggermente meglio dotati, con capacità superiori a quelle dei bruchi normali. Si consideravano di certo superiori perché potevano esercitare una porzione di poteri del tutto normali, ma che venivano definiti paranormali. Qualcuno forse poteva leggere la mente di un bruco al limite irrisorio dell’orizzonte di una sfera. Altri forse potevano incantare un bruco e costringerlo alla completa obbedienza.
Ciascuna colonia senza dubbio aveva sviluppato una bruco-cultura, una bruco-filosofia e una bruco-teologia. Essendo incapaci di concepire qualcosa di infinitamente più alto, forse alcuni pensavano di essere l’immagine del superbruco onnipotente.
Di tanto in tanto, qualche audace forse si azzardava a sporgere il capo dal nascondiglio per scrutare nell’oscurità la falena dagli occhi lucenti che volava nella notte senza fine. Poi si ritirava impaurito, tremante, del tutto incapace di riconoscere… se stesso!
Un enorme impeto di vita s’impadronì di Lomax, man mano che comprendeva gli elementi. I bruchi! I piccoli! Dotati di una potenza enorme, vide Raven e Leina, Charles e Mavis come mai aveva visto nessuno prima di allora. Gli stavano ancora vicino, e lo aiutavano, lo curavano, lo incitavano ad adattarsi al nuovo ambiente.