"Lavoro?" Rachel era scettica. Molto più probabile che il senatore Sexton fosse chino su un'altra donna. Le sue infedeltà, per quanto discrete, andavano avanti da anni. La moglie non era una sciocca, ma le relazioni del marito erano sempre accompagnate da alibi persuasivi e da reazioni scandalizzate alla minima insinuazione in proposito. Alla fine, la signora Sexton non aveva visto altra alternativa che seppellire il dolore ignorando la realtà. Anche se Rachel l'aveva sollecitata a prendere in considerazione il divorzio, Katherine Wentworth Sexton era una donna di parola. «Finché morte non ci separi» le aveva ricordato. «Tuo padre mi ha dato te, un dono meraviglioso, una figlia splendida, e di questo gli sono grata. Un giorno dovrà rispondere delle sue azioni a un potere più alto.»
In quell'aeroporto, Rachel si era sentita schiumare di rabbia. «Ma significa che sarai tutta sola per il Ringraziamento!» Aveva avvertito un'ondata di nausea. Il senatore che abbandonava la famiglia proprio in quella giornata commetteva un'azione indegna anche per lui.
«Be'…» La signora Sexton era parsa delusa, ma al tempo stesso determinata. «Chiaramente non posso sprecare tutto questo cibo. Lo porterò da zia Ann. Ci ha sempre invitato per il Ringraziamento. Adesso la chiamo.»
Rachel aveva sentito affievolirsi solo in parte il senso di colpa. «D'accordo. Io arrivo appena posso. Ti voglio bene, mamma.»
«Buon viaggio, tesoro.»
Erano le dieci e mezzo di sera quando il taxi di Rachel aveva imboccato il tortuoso viale d'accesso che conduceva alla lussuosa proprietà dei Sexton. Rachel aveva capito subito che qualcosa non andava. Tre auto della polizia, parecchi pulmini di giornalisti, luci accese ovunque. Si era precipitata verso la casa con il cuore in gola.
Un agente dello Stato della Virginia l'aveva accolta sulla soglia con un'espressione desolata. Non aveva dovuto dire neppure una parola. Rachel aveva capito subito che c'era stato un incidente.
«La statale venticinque era sdrucciolevole per via della pioggia ghiacciata» le aveva spiegato. «Sua madre è uscita di strada ed è precipitata in un burrone. Mi dispiace. È morta sul colpo.»
Rachel si era sentita intorpidire le membra. Suo padre, arrivato appena appresa la notizia, era in salotto. Stava tenendo una piccola conferenza stampa per annunciare stoicamente al mondo che sua moglie era deceduta in un incidente mentre tornava dalla cena del Ringraziamento con i familiari.
Rachel era rimasta in disparte, singhiozzando per tutta la durata del discorso.
«Rimpiango soltanto» aveva detto il padre ai cronisti, con gli occhi pieni di lacrime «di non essere stato a casa con lei il fine settimana. Questa tragedia non sarebbe avvenuta.»
"Avresti dovuto pensarci anni fa" si era detta Rachel, mentre il disprezzo per il padre aumentava ogni istante di più.
Da allora, Rachel si era allontanata dal padre come la signora Sexton non aveva mai fatto. Il senatore era parso non farci caso, tutto preso a usare le fortune della defunta moglie per sollecitare la nomination del partito per la campagna presidenziale. Il voto sull'onda dell'emozione non guastava.
Purtroppo, a distanza di tre anni, il senatore continuava a essere responsabile della vita solitaria della figlia: la corsa alla Casa Bianca aveva arrestato a tempo indefinito il sogno di Rachel di incontrare un uomo e costruirsi una famiglia. Per lei era stato molto più facile chiamarsi fuori dal gioco sociale piuttosto che affrontare l'infinito codazzo di corteggiatori assetati di potere che speravano di impalmare l'addolorata figlia del candidato alla presidenza finché era ancora disponibile.
Fuori dall'F-14, la luce cominciava a diminuire. Era tardo inverno nell'Artico, un periodo di oscurità quasi perpetua. Rachel comprese di viaggiare verso un mondo di notte perenne.
Con il passare dei minuti, il sole scomparve completamente dietro l'orizzonte. Procedevano sempre verso nord. Sorse la luna a tre quarti, molto luminosa, sospesa nella glaciale aria cristallina. In basso, le onde dell'oceano rilucevano, mentre gli iceberg apparivano come diamanti cuciti su una scura rete di lustrini.
Infine, Rachel individuò il profilo indistinto della terraferma. Ma non era ciò che si aspettava: un'enorme catena montuosa incappucciata di neve si ergeva dal mare.
«Montagne?» chiese confusa. «Ci sono montagne a nord della Groenlandia?»
«Evidentemente» commentò il pilota, in tono altrettanto sorpreso.
Quando il muso dell'F-14 puntò verso il basso, Rachel si sentì stranamente priva di peso. Malgrado il ronzio nelle orecchie, udiva un ripetuto
Quando scesero sotto i mille metri, Rachel osservò il terreno aspro, illuminato dalla luna. Alla base delle montagne, un grande pianoro coperto di neve si estendeva verso il mare per una quindicina di chilometri prima di terminare bruscamente con una ripida scogliera di ghiaccio solido che precipitava verticalmente in mare.