Fece una pausa e Herney ebbe l'impressione di percepire il lavorio dei complessi ingranaggi della sua mente. Ne fu contento. Marjorie Tench era uno dei pochissimi dello staff presidenziale a essere a conoscenza della scoperta della NASA e, grazie al suo acume politico, lo aiutava a mettere a punto la strategia più opportuna.
«Per il dibattito alla CNN, oggi alle quattordici» disse la Tench, tra colpi di tosse «chi mettiamo in campo contro Sexton?»
Herney sorrise. «Un portavoce di secondo piano.» La tattica di frustrare il "cacciatore" mandandogli una preda poco ambita era vecchia come i dibattiti politici.
«Io avrei un'idea migliore.» Lo fissò negli occhi. «Mandi me sotto i riflettori.»
Herney alzò di scatto la testa. «Lei?» "Ma che diavolo le salta in mente?" «Marjorie, lei non si occupa dei media, e inoltre è una trasmissione via cavo nella fascia del mezzogiorno. Se mandassi il mio consigliere, daremmo l'impressione di essere in preda al panico.»
«Esatto.»
Herney la studiò con attenzione. Quale che fosse il suo piano contorto, per nessuna ragione al mondo le avrebbe permesso di apparire alla CNN. Bastava posare una sola volta gli occhi su Marjorie Tench per capire perfettamente che c'era una buona ragione se lavorava dietro le quinte. Il suo aspetto incuteva paura; non era a un viso come quello che un presidente affidava il compito di comunicare il messaggio della Casa Bianca.
«Intervengo io al dibattito della CNN» ripeté lei. A quel punto, la sua non era più una domanda.
«Marjorie» azzardò il presidente, con crescente disagio «l'ufficio stampa di Sexton interpreterà la sua partedpazione al dibattito come la prova che la Casa Bianca è terrorizzata a morte. Mandare i pezzi grossi ci fa sembrare disperati.»
La donna assentì con un cenno del capo prima di accendersi una sigaretta. «Tanto meglio, se sembriamo disperati.»
Nei sessanta secondi successivi, Marjorie Tench illustrò al presidente perché avrebbe dovuto delegare lei anziché una figura di secondo piano del comitato elettorale. Quando ebbe finito, il presidente la guardò stupefatto.
Ancora una volta, Marjorie Tench si era rivelata un genio politico.
18
La banchisa di Milne è la più grande piattaforma glaciale dell'emisfero Nord. Situata al di sopra dell'ottantaduesimo parallelo, sulla costa settentrionale dell'isola di Ellesmere, nell'alto Artide, ha una larghezza di sette chilometri e raggiunge quasi i cento metri di spessore.
Rachel si arrampicò nella cabina di perspex del trattore da ghiaccio, grata per il parka e i guanti posati sul sedile, come pure per l'aria calda proveniente dalle ventole. Fuori, i motori dell'F-14 rombarono e l'aereo prese a rollare lungo la pista di ghiaccio.
Rachel alzò lo sguardo, allarmata. «Riparte?»
Il suo nuovo ospite si arrampicò sul mezzo e annuì. «Solo il personale scientifico e i membri della squadra di supporto della NASA hanno il permesso di stare qui.»
Quando l'F-14 decollò verso il cielo senza sole, Rachel si sentì all'improvviso abbandonata.
«Noi andiamo con la IceRover. Il direttore la sta aspettando» annunciò l'uomo.
Rachel osservò il nastro argenteo gelato davanti a loro e cercò di immaginare che cosa diavolo ci facesse, in quel posto, il direttore della NASA.
«Si tenga forte» le gridò il suo accompagnatore, azionando alcune leve. Con uno stridio agghiacciante, la macchina ruotò di novanta gradi come un carro armato per disporsi davanti a un'alta berma di neve.
Rachel guardò la ripida parete e avvertì un brivido di terrore. "Non intenderà per caso…"
«Un po' di rock and roll!» L'autista mollò di colpo la frizione, e il mezzo accelerò dritto verso il pendio.
Rachel si lasciò sfuggire un grido e si tenne con forza. I cingoli acuminati aggredirono la neve, e il trattore cominciò ad arrampicarsi. Era certa che si sarebbero capovolti, ma con sua grande sorpresa la cabina restò orizzontale. Quando l'enorme macchina arrivò in cima, l'autista frenò e guardò raggiante la passeggera con le nocche bianche per la forza con cui si era tenuta aggrappata. «Provi a farlo con una jeep! Abbiamo copiato il sistema antiscossa della sonda Mars Pathfinder. Funziona a meraviglia.»
Rachel annuì debolmente. «Splendido.»
Dall'alto, Rachel vide un panorama incredibile. Un'altra grande parete di neve si stagliava davanti a loro, poi le ondulazioni terminavano bruscamente. Al di là, il ghiaccio diventava un'enorme distesa luccicante lievemente inclinata, che in lontananza si restringeva proseguendo su per le montagne.
«Quello è il ghiacciaio di Milne» disse l'autista, indicando le montagne. «Comincia laggiù e digrada nell'ampio delta su cui ci troviamo in questo momento.»
Diede gas, e Rachel si tenne di nuovo con forza quando il mezzo accelerò giù per la ripida discesa. In fondo, artigliarono un altro fiume di ghiaccio per inerpicarsi sulla berma successiva. Salirono in cima e ridiscesero in fretta, per poi scivolare sul liscio tavolato.
«Quanto dista?» Lei non vedeva altro che ghiaccio tutt'intorno.
«Circa tre chilometri.»