«Rilassati. Ce ne sono altre otto tonnellate dove l'abbiamo trovato.»
La mente analitica di Rachel valutava i dati che le erano stati presentati. «Ma com'è possibile che la vita nello spazio sia tanto simile a quella sulla Terra? Insomma, state dicendo che questo insetto rientra nella nostra classificazione darwiniana?»
«Perfettamente» rispose Corky. «E, che lei ci creda o no, molti astronomi ipotizzano che la vita extraterrestre abbia caratteristiche molto simili a quella sul nostro pianeta.»
«Com'è possibile? Questa specie proviene da un ambiente totalmente differente!»
«Panspermia.» Corky le rivolse un grande sorriso.
«Prego?»
«La panspermia è la teoria secondo cui la vita è stata
«Non vi seguo» disse Rachel, alzandosi.
Corky si rivolse a Tolland. «Mike, sei tu l'uomo dei mari primordiali.»
Tolland parve felice di dare il suo contributo. «La Terra un tempo era un pianeta deserto. Poi, all'improvviso, quasi da un giorno all'altro, è esplosa la vita. Molti biologi ritengono che questa esplosione sia stata il magico risultato di una combinazione ideale di elementi avvenuta nei mari primordiali. Però non si è mai stati in grado di riprodurla in laboratorio e quindi gli studiosi credenti hanno interpretato questo come la prova dell'esistenza di Dio, nel senso che non ci sarebbe stata vita se Dio non avesse toccato i mari primordiali infondendola in loro.»
«Noi astronomi, invece, abbiamo trovato un'altra spiegazione» dichiarò Corky.
«La panspermia» disse Rachel, cominciando a capire di che cosa stessero parlando. Aveva già sentito parlare di quella teoria, ma senza conoscerne il nome. «Un meteorite precipitato nel brodo primordiale avrebbe portato sulla Terra i primi semi della vita microbica.»
«Bingo!» esclamò Corky. «E questi si sono animati e hanno preso vita.»
«Se è vero» osservò Rachel «significherebbe che la vita terrestre e quella extraterrestre hanno la stessa origine.»
«Doppio bingo!»
"Panspermia." Rachel non riusciva ancora ad afferrarne tutte le implicazioni. «Quindi, non solo questo fossile conferma che la vita esiste anche altrove nell'universo, ma addirittura
«Triplo bingo!» Corky assentì con entusiasmo. «Tecnicamente, siamo tutti extraterrestri.» Portò le dita sulla testa a guisa di antenne, incrociò gli occhi e mosse la lingua come una sorta di insetto.
Tolland guardò Rachel con un sorriso ironico. «E questo personaggio rappresenterebbe l'apice della nostra evoluzione.»
25
Rachel Sexton si sentiva in balia di una sorta di vertigine mentre attraversava lliabisfera accanto a Michael Tolland, seguita da Corky e Ming.
«Tutto bene?» si informò Tolland.
Rachel gli rivolse un debole sorriso. «Sì, grazie, solo che è troppo…»
Tornò con la mente alla figuraccia fatta dalla NASA nel 1996, in occasione del rinvenimento di ALH84001, un meteorite di Marte che secondo l'agenzia conteneva residui fossili di minuscoli batteri. Sfortunatamente, qualche settimana dopo la trionfante conferenza stampa diversi scienziati civili avevano dimostrato che le "tracce di attività biologica" presenti nella roccia non erano altro che cristallizzazioni di idrocarburi prodotte dalla contaminazione terrestre. La credibilità della NASA aveva subito un duro colpo a seguito di quella gaffe. Il "New York Times" aveva colto l'occasione per ridefinire con sarcasmo l'acronimo della NASA, cioè NOTA AGENZIA SPAZIALE ALLUCINATA.
Nella stessa edizione del giornale, il paleobiologo Stephen Jay Gould aveva sintetizzato i problemi relativi ad ALH84001 indicando che le prove erano chimiche e deduttive anziché "solide" e inequivocabili, come un osso o una conchiglia.
Tuttavia Rachel si rese conto che in quel caso la prova era irrefutabile. Nessuno scienziato, per quanto scettico, poteva mettere in discussione quei fossili. La NASA non magnificava ingrandimenti fotografici sfocati di presunti batteri microscopici, ma presentava campioni reali di un meteorite con organismi biologici visibili a occhio nudo incastrati nella pietra. "Pidocchi lunghi trenta centimetri!"
Rachel sorrise tra sé nel ricordare che da piccola adorava una canzone di David Bowie che parlava di "ragni provenienti da Marte". Pochi avrebbero indovinato quanto l'androgina pop star britannica fosse andata vicina a prevedere la più grandiosa scoperta dell'astrobiologia.
Mentre nella sua mente riecheggiavano le note distanti della canzone, Corky si affrettò dietro di lei. «Mike ha già strombazzato il suo documentario?»
«No» replicò Rachel «e invece mi piacerebbe saperne di più.»
Corky diede una pacca sulla schiena a Tolland. «Fatti sotto, allora, bambinone. Dille perché il presidente ha deciso che il momento più importante della storia della scienza debba essere affidato a una stella televisiva con tanto di boccaglio.»
Tolland gemette. «Corky, ti prego!»