Читаем Le sentinelle del cielo полностью

Impacciatissimo, il tassista manovrò i comandi. L’auto antigravità si sollevò fino a 1500 metri di altezza e puntò verso sud, mentre il pilota corrugava la fronte nello sforzo di comprendere cos’era accaduto e girava continuamente lo sguardo verso lo specchietto retrovisore, per osservare furtivamente il passeggero, pensando che quello poteva essere capace di tutto, anche d’incendiare il mondo.

Senza badare alle occhiate dell’altro, Raven infilò una mano nel buco ancora caldo che si era formato nella tappezzeria. Le sue dita incontrarono un oggetto metallico e sollevarono un apparecchio contorto, non più grande di una sigaretta. Luccicava come l’oro e aveva due tozze ali, contorte dal calore. Nella parte anteriore scintillava una piccola lente, delle dimensioni di una piccola perla. La parte posteriore, piatta, era perforata da sette minuscoli forellini, che servivano da microscopici reattori.

Raven non ebbe bisogno di aprire l’ordigno e di guardarvi dentro: sapeva già cosa era nascosto all’interno: un motore piccolissimo, l’analizzatore di guida, il minuscolo circuito radio che poteva trasmettere un bip-bip per ore e ore, il dispositivo di autodistruzione, grande quanto la capocchia di un fiammifero… Il tutto in un apparecchio che pesava meno di novanta grammi, capace però di lasciare una scia elettronica che gli inseguitori avrebbero potuto seguire per chilometri e chilometri, nelle tre dimensioni.

Raven girò la testa per guardare attraverso il vetro posteriore. C’erano troppi taxi e macchine private in circolazione ai vari livelli per poter stabilire se qualcuno lo stava pedinando. Comunque, la cosa non aveva importanza: l’intensità del traffico che nascondeva così bene gli eventuali cacciatori poteva benissimo nascondere anche la preda.

Lasciò cadere il piccolo cilindro alato nella cassetta in cui aveva messo il fusore.

— Potete tenerlo tutto per voi — disse al tassista. — Contiene pezzi che possono valere una cinquantina di crediti… se riuscite a trovare qualcuno capace di smontarlo senza fracassarlo completamente.

— Me ne dovete già dieci per il buco sul sedile.

— Vi pagherò quando scendo.

— Bene. — Soddisfatto, l’autista raccolse il cilindro alato dal cassetto e lo osservò curiosamente. Poi lo lasciò ricadere.

— Dite un po’! Come facevate a sapere che era nascosto sotto il sedile?

— Qualcuno lo aveva in mente.

— Come?

— La gente che spara oggetti attraverso le portiere aperte dei taxi non dovrebbe pensare a quello che sta facendo, anche se si trova a cinquecento metri di distanza e in un luogo che non si può individuare. A volte i pensieri si possono ascoltare e possono mettere in guardia quanto una sirena di allarme. — Raven fissò lo sguardo sulla nuca del tassista.

— Siete mai stato capace di fare qualcosa senza pensare a quello che stavate facendo?

— Soltanto una volta. — L’autista sollevò la mano sinistra per mostrare il pollice mozzo. — Mi è costato questo.

— Un bel ricordo — disse Raven. Poi, più a se stesso che all’altro, aggiunse: — Peccato che i microtecnici non siano anche veri telepati.

In silenzio percorsero altri sessantacinque chilometri, sempre alla stessa quota. Erano usciti di parecchio dai confini della città e il traffico era molto diminuito.

— Ho dimenticato di portare i guanti — disse a un tratto l’autista. — Non avrei dovuto lasciarli a casa. Al Polo Sud mi potrebbero essere utili.

— In questo caso ci fermeremo prima di averlo raggiunto. Vi farò sapere quando. — Raven si guardò ancora una volta alle spalle. — Intanto, potreste esercitarvi nello scrollarvi di dosso gli inseguitori. Non so dirvi se ce ne sono, ma è probabile.

— Liberarci della processione vi costerà un cinquantone — disse l’autista osservando il passeggero nello specchietto e chiedendosi se aveva chiesto un prezzo troppo alto o troppo basso. — Nella tariffa è compresa anche la bocca chiusa, con la garanzia che non si aprirà — aggiunse.

— Siete imprudente a rilasciare questa garanzia. Con loro aprirete la bocca, perché non potrete fare altrimenti — disse Raven, cupo. — Hanno diversi metodi, compresa la costrizione. E non verrete pagato. — Si lasciò sfuggire un sospiro di rassegnazione. — Comunque quando parlerete sarà ormai troppo tardi per potermi nuocere. Il cinquantone è vostro, basta che riusciate a guadagnare ancora un po’ di tempo.

Si afferrò alla maniglia mentre l’aerotaxi girava bruscamente per tuffarsi in una nuvola. Il mondo rimase nascosto dalla nebbia che passava loro accanto in macchie di giallo e di bianco sporco.

— Dovete fare qualcosa di meglio. Non siete anti-radar.

— Datemi tempo. Non ho ancora cominciato.

Due ore dopo scesero sul prato posteriore di una casa lunga e bassa. Nel cielo si vedeva solo una pattuglia della polizia diretta a nord che continuò la sua corsa senza curarsi della sfera ferma a terra.

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