Proseguirono, con l'agente della sicurezza che la guidava all'interno del complesso della Casa Bianca. Gabrielle sentiva crescere il disagio a ogni passo. Chiunque fosse stato a mandarle quel misterioso invito, di sicuro non si curava che l'incontro rimanesse riservato. Gabrielle aveva ricevuto un pass ufficiale, firmato il registro degli ospiti, e in quel momento attraversava il primo piano della Casa Bianca tra la folla dei turisti.
«E questa è la Sala delle porcellane» stava dicendo una guida «dove è custodito il servizio di porcellana bordato di rosso di Nancy Reagan, 952 dollari a coperto, che nel 1981 ha scatenato un putiferio sugli eccessi di spesa degli inquilini della Casa Bianca.»
Proseguirono verso una grande scalinata di marmo, su cui stava salendo un altro gruppo. «State per entrare nella Sala orientale, trecento metri quadrati, dove Abigail Adams un tempo stendeva il bucato di John Adams» raccontava la guida. «Poi passeremo nella Sala rossa, dove Dolley Madison riempiva di liquori i capi di Stato in visita prima che James Madison negoziasse con loro.»
Risate dei turisti.
Oltre la scalinata, superarono una serie di paletti cordonati che delimitavano le zone riservate dell'edificio. A quel punto entrarono in una sala che Gabrielle aveva visto soltanto sui libri o in televisione. Restò senza fiato.
"Dio mio, questa è la Sala delle mappe!"
Era esclusa dall'itinerario delle visite guidate. Le pareti rivestite di pannelli di legno potevano scorrere per rivelare strati e strati di mappe di tutto il mondo. Era il posto in cui Roosevelt seguiva gli eventi della Seconda guerra mondiale. Malauguratamente, era anche la stanza in cui Clinton aveva confessato la relazione con Monica Lewinsky. Gabrielle scacciò dalla mente quel particolare. La Sala delle mappe, soprattutto, era il passaggio verso l'ala Ovest, la zona in cui lavoravano i veri potenti della Casa Bianca. Era l'ultimo posto in cui si aspettava di andare. Aveva immaginato che le e-mail provenissero da un giovane stagista intraprendente o da una segretaria impiegata in un ufficio di secondaria importanza all'interno del complesso. Evidentemente, non era così.
"Sto andando nell'ala Ovest…"
La sua guida l'accompagnò fino in fondo a un corridoio rivestito dimoquette e si fermò davanti a una porta senza targa. Bussò. Gabrielle sentì il battito cardiaco accelerare.
«È aperto» gridò qualcuno dall'interno.
L'uomo aprì la porta e le fece cenno di entrare.
Le tende erano chiuse, la stanza in penombra. Scorse la sagoma di una persona seduta alla scrivania.
«La signora Ashe?» La voce proveniva da una nuvola di fumo di sigaretta. «Benvenuta.»
Mentre i suoi occhi si adattavano all'oscurità, Gabrielle riconobbe i tratti di un volto noto e si irrigidì per la sorpresa. "È lei che mi ha mandato la e-mail?"
«Grazie di essere venuta» le disse Marjorie Tench con freddezza.
«La signora… Tench?» balbettò Gabrielle, senza fiato.
«Mi chiami Marjorie.» L'orrida donna si alzò in piedi, sputando fumo dalle narici come un drago. «Io e lei diventeremo ottime amiche.»
41
Norah Mangor, insieme a Tolland, Corky e Rachel, osservava il pozzo di estrazione, nero come la notte. «Mike» disse «sei simpatico, ma matto come un cavallo. Qui non c'è traccia di luminescenza.»
Tolland rimpianse di non aver pensato a riprendere il fenomeno con la videocamera: mentre Corky era andato a cercare Norah e Ming, la bioluminescenza era svanita in fretta. Nello spazio di un paio di minuti, quello sfavillio era cessato completamente.
Tolland gettò un altro pezzo di ghiaccio nell'acqua, ma non accadde nulla. Nessun brillio verdastro.
«Dove sono finiti?» chiese Corky.
Tolland aveva un'idea. La bioluminescenza, uno dei più ingegnosi meccanismi di difesa della natura, è la reazione naturale del plancton quando viene disturbato. Avvertendo il pericolo di essere inghiottito da organismi più grandi, il plancton comincia a emettere segnali luminosi nel tentativo di attrarre predatori in grado di spaventare i primi aggressori. In questo caso, i minuscoli organismi del plancton, penetrati nel pozzo attraverso una crepa, si erano ritrovati all'improvviso in un ambiente costituito prevalentemente da acqua dolce e si erano accesi prima di venire uccisi. «Credo che siano morti.»
«Assassinati» commentò Norah con una risata. «Il lupo è arrivato a nuoto per papparseli.»
Corky la fulminò con un'occhiataccia. «Anch'io ho visto la luminescenza, Norah.»
«Prima o dopo avere assunto LSD?»
«Ma perché dovremmo dire il falso?» ribatté Corky.
«Gli uomini mentono.»
«Sì, sul fatto di andare a letto con altre donne, mai sul plancton bioluminescente.»
Tolland sospirò. «Norah, sai di sicuro che il plancton vive nel mare sotto il ghiaccio.»