Читаем Le sentinelle del cielo полностью

— A meno che non facciate quello che vi diremo. Allora quello che è stato fatto potrà essere disfatto.

— Cosa volete da me? — Si era alzato, e negli occhi aveva una luce di speranza.

— Obbedienza assoluta.

— L’avrete — promise lui con fervore.

Lei si sentì sollevata. In pochi minuti aveva risolto il problema del vestito di Ravel e del proprietario-che-non-ne-era-proprietario.


Il comandante della squadra in attesa era un individuo magro, alto circa uno e ottanta. Si chiamava Haller, era nato su Marte ed era un mutante di Tipo Tre, un pirotico. Appoggiato alla coda dello scafo giocherellava con un bottone d’argento della falsa divisa da poliziotto. Mostrò un certo disappunto quando vide comparire Steen e Grayson, soli.

— Allora? — chiese.

— Siamo stati sfortunati — disse Steen. — Se ne è andato.

— Da quanto?

— Da quaranta minuti — rispose Steen.

— Aveva tre ore di vantaggio — disse Haller battendosi un dito sui denti. — Significa che stiamo guadagnando terreno. Dov’è andato?

— Questo non l’ha detto alla prosperosa signora che abbiamo trovato in quella casa — rispose Steen. — Lei sapeva soltanto che è arrivato con un aerotaxi, che ha preso alcune sue cose che aveva lasciato in deposito e che è ripartito con lo scafo XB 109.

— C’era una donna? — chiese Haller. — Che posizione occupa nella sua vita?

Steen sogghignò.

— Capisco — disse Haller, senza aver capito niente. Spostò lo sguardo sull’inebetito Grayson e rimase a scrutarlo per qualche istante. Poi corrugò la fronte.

— Che diavolo hai?

— Come? — Grayson batté le palpebre, incerto. — Dite a me?

— Sei un telepatico e dovresti saper leggere nella mia mente anche se io non sono in grado di leggere nella tua. Ti ho chiesto mentalmente una decina di volte se hai mal di pancia o qualcosa del genere, e tu hai reagito come se il pensiero fosse uno strano fenomeno confinato in qualche inaccessibile regione sull’altra faccia di Giove. Cosa ti succede? Sembra quasi che ti abbiano dato una dose eccessiva di ipnosi.

— È stata una dose eccessiva della sua stessa medicina — disse Steen rapidamente, per allontanare i sospetti di Haller. — La donna in quella casa era del suo stesso tipo, e lui ha voluto fare il furbo. Potete immaginare cosa significhi farsi graffiare telepaticamente oltre che vocalmente.

— Capisco — disse Haller, convinto. E smise di indagare oltre sulla scarsa loquacità di Grayson. — Meglio ripartire subito. Questo Raven non ci lascerà nemmeno un attimo di riposo.

Entrò nello scafo e gli altri lo seguirono. Mentre venivano chiusi i portelli e accesi i reattori, Haller prese il registro interplanetario e lo sfogliò rapidamente. Trovò quello che stava cercando.

— Eccolo. XB 109. Monoposto con scafo in berillio. Venti reattori. Massa a terra trecento tonnellate. Autonomia massima, ottocentomila chilometri. Scafo del Consiglio Mondiale, esente dai controlli di polizia e di dogana. Sarà difficile fermarlo, con tutti i testimoni che possono esserci attorno.

— Ammesso che si riesca a trovarlo — osservò Steen. — Il mondo è alquanto grande.

— Finirà col passare davanti a qualche nostro apparecchio di ricerca — assicurò Haller, fiducioso. — Questa autonomia di ottocentomila chilometri è consolante: lo tiene relegato tra Terra e Luna. E così sappiamo che non può essersene andato direttamente su Marte o su Venere. — Consultò il codice dei canali radio e delle ore. Le tre e mezzo: Canale nove. Schiacciò il pulsante del canale e parlò al microfono. Quello che disse fu troppo breve e distorto per concedere alle stazioni di ascolto di poterli localizzare. — Chiamata. Haller a Dean. Trovate XB 109.

Girò leggermente la poltroncina di pilotaggio e accese un nero sigaro venusiano. Aspirò voluttuosamente qualche boccata di fumo, poi appoggiò i piedi sul pannello di comando e fissò gli occhi sull’altoparlante.

— XB 109. Non elencato nelle partenze di oggi. Non elencato nei rapporti di osservazione della polizia — fu la risposta. — Restate in ascolto.

— Che servizio! — esclamò Haller. Guardò soddisfatto il suo sigaro, poi Steen.

Passarono cinque minuti, poi:

— XB 109. Non si trova nei parcheggi del Consiglio da uno a ventotto. Restate in ascolto.

— Strano — disse Haller, soffiando un anello di fumo. — Se non è a terra, deve essere nell’aria. Ma non può essere partito oggi senza il permesso di decollo.

— Forse è partito ieri, o l’altro ieri, ed è rimasto nascosto vicino alla casa — disse Steen.

Chiuse il portello della cabina di pilotaggio e si assicurò che fosse ben chiuso. Si mise poi a sedere sul pannello dei comandi, accanto ai piedi di Haller. Il messaggio giunse dopo dieci minuti.

— Dean a Haller. XB~109 affidato al Corriere Joseph McArd, Dome City, Luna. Ha fatto rifornimento per il rientro. Canale nove chiuso.

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