La performance televisiva del senatore era stata talmente convincente che la stessa Gabrielle aveva quasi cominciato a dubitare che fossero davvero andati a letto insieme. Ma notando con quanta facilità mentiva, si era anche resa conto che Sexton poteva essere una persona pericolosa.
Negli ultimi tempi, sebbene fosse persuasa di puntare sul cavallo più forte nella corsa alla presidenza, aveva preso a chiedersi se fosse anche il cavallo
Anche se la sua fiducia nel messaggio di Sexton rimaneva intatta, Gabrielle cominciava a nutrire qualche perplessità sul messaggero.
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«Ciò che sto per dirle, Rachel, è dassificato con codice di segretezza UMBRA» disse il presidente. «È dunque ben al di là del suo livello di accesso a informazioni riservate.»
Rachel ebbe la sensazione che le pareti dell'Air Force One si chiudessero intorno a lei. Il presidente l'aveva fatta arrivare a Wallops Island, invitata a bordo del suo aereo, le aveva servito il caffè, confessato chiaro e tondo che intendeva usarla per i suoi fini politici contro il padre e a quel punto le annunciava che era in procinto di rivelarle un'informazione coperta dalla massima segretezza. Si rese conto che Zach Herney, malgrado la sua affabilità di facciata, non perdeva tempo a prendere in mano le redini della situazione.
«Due settimane fa la NASA ha fatto una scoperta.» La fissò negli occhi.
Le parole rimasero un momento sospese nell'aria prima che Rachel riuscisse ad afferrarle.
Una
«Prima di continuare la conversazione, vorrei sapere se lei condivide lo scetticismo di suo padre nei confronti delle esplorazioni spaziali.»
Rachel si risentì per quella domanda. «Spero non mi abbia convocata qui per chiedermi di frenare gli attacchi di mio padre alla NASA.»
Il presidente si mise a ridere. «Assolutamente no. Sono al Senato da abbastanza tempo per sapere che
«Mio padre è un opportunista, signore, come spesso lo sono i politici di successo. E, purtroppo, la NASA costituisce un bersaglio molto facile.» La recente serie di errori dell'agenzia spaziale era stata talmente incredibile da suscitare soltanto pianto o riso: satelliti disintegrati in orbita, sonde spaziali mai più tornate indietro, il budget della stazione spaziale internazionale decuplicato e i paesi membri della società a capitale misto scappati come topi da una nave in procinto di affondare. Erano stati bruciati miliardi di dollari e il senatore Sexton cavalcava la vicenda come un'onda, che sembrava destinata a portarlo al 1600 di Pennsylvania Avenue.
«Ammetto» continuò il presidente «che la NASA è stata un vero disastro, negli ultimi tempi. Non ha fatto che darmi nuove ragioni per tagliare drasticamente le sovvenzioni.»
Rachel vide un appiglio per poter dire la sua e non se lo lasciò sfuggire. «Eppure, mi pare di avere letto la settimana scorsa che lei l'ha tirata fuori dai pasticci stanziando un finanziamento straordinario di altri tre milioni di dollari per garantirne la solvibilità.»
Il presidente scoppiò a ridere. «Suo padre ha apprezzato molto, vero?»
«Come fornire le munizioni al proprio boia.»
«L'ha sentito a
«Lei, peraltro, offre contìnue conferme alla sua tesi.»
Herney annuì. «Non faccio mistero di essere da sempre un grande fan della NASA. Sono figlio dell'era spaziale — lo Sputnik, John Glenn, l'Apollo 11 — e non ho mai esitato a esprimere i miei sentimenti di ammirazione e di orgoglio nazionale per il programma spaziale. A mio parere, gli uomini e le donne della NASA sono i pionieri della storia moderna. Azzardano l'impossibile, accettano i fallimenti e poi tornano dritti al tavolo di lavoro, mentre noi ci limitiamo a criticare.»
Rachel rimase in silenzio, avvertendo sotto l'apparente calma del presidente una collera furibonda per l'incalzante retorica anti-NASA di suo padre. Si chiese cosa diavolo avesse scoperto l'agenzia. Il presidente se la prendeva comoda prima di arrivare al punto.
«Oggi» continuò Herney, accalorandosi «intendo farle cambiare opinione sulla NASA.»
Rachel lo guardò incerta. «Lei ha già il mio voto, signore. Meglio che si concentri sul resto del paese.»
«È quanto mi propongo.» Herney sorseggiò il caffè, poi sorrise. «E le chiedo di aiutarmi» fece una pausa e si protese verso di lei «in un modo decisamente insolito.»